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I tre tipi di persone che non risolveranno mai

I tre tipi di persone che non risolveranno mai

LUCA NALI

Non amo orientare il mio sguardo e la mia energia verso il negativo, ma questa voglio considerarla come una sana eccezione.
Lo scopo è mettere in guardia le persone da abitudini dannose e, di conseguenza, riuscire ad essere in grado di modificarle definitivamente.
Nel mio studio, sono passate ormai centinaia di persone; ho accarezzato le loro vite fino a percepirne l’essenza…

Alcune le ho trovate dolci, lievi con una gioia in fondo al cuore.
Altre ruvide, ferite; nell’ascoltarle percepivo il pianto di solitudine della loro anima.
Altre ancora infuocate, rosse di rabbia; spesso accompagnate da un urlo di cattiveria. Intendiamoci, non credo che quella cattiveria fosse loro; semplicemente, ne avevano adottato lo sgomento fino a interpretarlo in tutta la loro vita.
Il loro approccio nella fase di inizio del percorso dà la misura della loro indole.
Spesso lamentano di non avere molto tempo, ergo non vogliono cambiare la loro situazione.
Altre volte, si dichiarano vittime; ora del sistema, ora delle persone a loro più vicine.
Altre ancora asseriscono di aver ragione e accusano gli altri di sbagliare. Ovvero, vorrebbero cambiare la loro vita senza cambiare loro stessi.

In pratica, la maggior parte delle persone vorrebbe chiedermi come cambiare le loro circostanze mantenendo, però, inalterate le loro peculiarità.

Il primo tipo di persona è lo sconsolo: “La piccola fiammiferaia”.

piccola

Si tratta di persone per lo più sensibili e intelligenti che proprio per la loro analisi logico mentale sono ormai convinte che il loro destino sia segnato da una vita senza soddisfazioni.
Spesso la loro infanzia è caratterizzata da genitori limitanti quando non, addirittura, aggressivi.
Allora, la piccola creatura si rifugia dentro un bambino ormai obsoleto e perpetra quello che, ormai, sa fare fin troppo bene: la vittima.
Soluzione: il problema non è tanto l’infanzia vissuta, quanto l’essere legati a quel contesto anche da adulti.
Attraversiamo questo pianeta in veste di piccole creature e per questi siamo definiti figli, ma la nostra evoluzione si estende fino a che non diventiamo genitori.
Per essere genitori non è necessario avere figli, basta prendersi cura di una parte dell’umanità.
Ci trasformiamo, così, in adulti e solo in questo cambio di energia possiamo abbandonare il nostro piccolo e sfortunato personaggio.
E interpretare un sano individuo che, per amore delle persone di cui si prenderà cura, dovrà per forza di cose attingere a informazioni differenti rispetto a quelle cui era abituato.
I genitori, in un contesto filiale, sono quasi sempre forti in virtù di questo principio.

Il secondo tipo di persona è l’arrabbiato: Paperino” 

Sono persone deluse per aver visto la vita non rispondere precisamente alle loro esigenze.

Spesso trascurano il fatto che la loro realtà è un’estensione della loro stessa indole e che, talvolta, in quello che ci accade si presentano indizi importanti che “l’arrabbiato” trascura ritenendo il proprio punto di considerazione, per lo più, assoluto.
Soluzione: la persona in esame dovrebbe rendersi conto che non tutti vivono le disgrazie (decisamente reali) che lui, invece, subisce regolarmente.
Potrebbe immaginare la realtà come se fosse un essere vivente che, in quanto interattivo, reagisce alle medesime sollecitazioni a cui reagirebbe egli stesso.
Mi spiego meglio: se lo scontroso amico ricevesse la medesima sollecitazione da parte di una terza persona, reagirebbe anch’egli con ostilità manifestando continue reazioni di disturbo.
Insomma, metterebbe in atto un sistema di difesa.
Ma anche la nostra vita attua la medesima reazione difensiva. Se manifesto un’azione ostile verso l’equilibrio dell’esistenza questa si manifesta cercando di mettermi a tacere.
Non si tratta di castigo, semmai di coerenza.
E’ una legge che esisteva prima di noi e che continuerà ad esistere anche dopo; legge cui è necessario adeguarsi.

Il terzo tipo di persona è l’ostinato: “Rockerduck” 

Si tratta di persone spesso capaci che non di rado ricoprono posizioni di ruolo nella società, raramente hanno amici e si sentono soli, ma non si tratta di una sensazione. Purtroppo, lo sono realmente.
La loro ostinazione è tale da credere che loro hanno ragione e che a sbagliare è il restante pianeta (sette miliardi di persone).
Respingono tutto ciò che non conoscono, sempre alla ricerca di una risposta positiva in merito alla loro convinzione.
Nessuno può cambiare la loro circostanza e per essere certi di questo importuneranno quanti più psicologi, terapeuti, salvatori d’anime e guaritori solo per dimostrare che hanno ragione e che nessuno può comprenderle nè, tanto meno, salvarle.
Si sentono vittime, ma questo non impedisce loro di essere provocatori e graffianti.
Soluzione: il problema dell’ostinato è la sua convinzione ad aver ragione.
Considerando il proprio punto di vista come assoluto interferisce direttamente con la regola di questo universo, ovvero: “tutto è mutevole nulla è costante.”
Siamo in un mondo dinamico e il grado d’interpretazione dei fenomeni terrestri è direttamente proporzionale a come siamo.
Insomma, la vita non la percepiamo per com’è, ma per come siamo.
Per questa ragione il nostro amico/a non riscuote molto successo in ambito sociale, nè dei restanti aspetti della sua vita.
E quando riesce, a seguito di sforzi titanici, a realizzare qualcosa vedrà, per questo, compromettere tutti gli altri aspetti della sua vita.
Dovrebbe, per un attimo, fermare la sua ostinazione e ipotizzare per una volta per tutte che potrebbe aver torto e per questo modulare il proprio punto di vista.
Potrebbe riscoprire una dolcezza sconosciuta prima e vedere, finalmente, la vita con i colori dell’armonia.
Inoltre, il mal di schiena che ciclicamente lo affliggeva, come conseguenza della sua persistente rigidità, svanirebbe del tutto.

LUCA NALI

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